La suggestione dei tempi lontani, evocata dai monumenti dell’arte talvolta torna a rivivere in qualche città, che per l’occasione indossa le vesti dei tornei e delle giostre medioevali, delle corse all’anello, dei saltimbanchi e dei mangiafuoco, dei cortei e delle sfilate, delle bandiere e delle fiamme guizzanti nell’aria dorata dei tramonti estivi.
Allora quelle città riacquistano le loro lontane tradizioni, ed in quei centri storici la storia si fa palpabile e ogni strada, ogni edificio, ogni pietra sembra rievocare secoli di vicende gloriose e far vivere per un breve frammento di tempo il suo antico splendore.
Così avviene, ad agosto, quando, tra sbandieratori e cortei dai ricchi costumi, si svolge il palio di San Ginesio.
Quello che era un esercizio per affinare le abilità degli antichi cavalieri – la corsa all’anello – viene ripetuta come manifestazione agonistica che coinvolge i quartieri cittadini: i cavalieri, al galoppo, devono infilare la lancia in anelli sempre più piccoli tra l’entusiasmo e la partecipazione generale.
E poi l’appassionante Gioco della pacca, una sorta di giostra del saracino che sembrava avesse come premio metà, cioè una “pacca”, di maiale.
O quando, ancora a San Ginesio, si ripete un avvenimento tanto importante per la città, quale il Ritorno degli Esuli, a ricordo del rientro a San Ginesio di quei trecento ginesini che furono cacciati nel XV secolo perché sospettati di voler cedere la città alla potente famiglia dei Varano di Camerino.
E da Siena dove si fermarono, vollero portare nella terra natale quel Crocefisso che ancora si venera e che è il protagonista della rievocazione che si attua ogni tre anni.